Riassunto Promessi Sposi Capitolo 13
Ecco il riassunto dei Promessi Sposi Capitolo 13
Il vicario si trovava in casa e da lontano udiva quella grande confusione causata dal popolo, e aveva anche dei sospetti che gli sarebbe accaduto qualcosa. Così fu, infatti da lontano i servi del vicario si accorsero della gente che stava arrivando e al più presto chiusero tutte le porte e le finestre, e tentarono di trovare un modo per far fuggire il vicario stesso. Renzo si trovava in mezzo alla folla, e pensò che se la colpa della carestia fosse veramente del vicario allora era giusto compiere questa rivolta; e insieme al popolo si mise a bussare e a picchiare la porta. I magistrati andarono subito a chiedere soccorso, ma il tempo di giungere al castello Sforzesco, la casa del vicario era già assediata. Tra la folla si distingueva dagli altri un vecchio mal vissuto con in mano un martello, una corda e dei chiodi; a questa visione Renzo e molti altri lo “insultano” dicendogli che non era questo il modo di andare dal vicario, e cioè non uccidendolo.
Ma ben presto una voce si sparse tra la folla, quel vecchio era un servitore del vicario travestito da contadino: una spia. Renzo ricevette così molte grida e urla, che preferì allontanarsi. Intanto davanti al portone giunsero alcuni con una scala per poter così entrare nella casa. Da lontano si vide arrivare Ferrer che ricco di rimorsi per aver causato questa rivolta, ora tenterà di calmarla.
La folla si divide in due parti, chi per una ragione chi per un’altra, molti hanno preferito l’arrivo del vicario , mentre altri speravano di concludere la faccenda da soli. Renzo chiese in giro chi fosse e quando seppe che colui aveva messo il pane a buon mercato, si schierò subito dalla sua parte. Ferrer passando tra la folla prometteva pane e abbondanza.
Giunto finalmente davanti al portone, chiese che fosse aperto; e con molta attenzione entrò nella casa senza portarsi dentro nessuno del popolo. Subito dopo riesce dalla casa con dietro rannicchiato il vicario, e lo condusse dentro la carrozza. La moltitudine applaudì e gridò dietro di loro. Passarono di nuovo con la carrozza in mezzo alla folla, mentre il vicario era ben nascosto, Ferrer si affacciò per salutare. Giunti ormai lontani dalla folla, il vicario senza troppe preoccupazioni, disse che se ne sarebbe andato il più presto possibile da tutta quella “gente bestiale”.