Equilibri dopo la seconda guerra mondiale

I blocchi contrapposti

Gli anglo-americani avevano liberato l’Europa occidentale e meridionale e pertanto queste rientravano nella sfera d’influenza degli Stati Uniti che per vincolarle alla loro politica fornirono aiuti economici e finanziamenti per la ricostruzione che rappresentava un’opportunità grandiosa per l’industria americana (piano Marshall).

L’Urss aveva liberato l’Europa Orientale che gravitò nella sua area d’influenza, mediante l’insediamento di regimi comunisti nell’est europeo le democrazie popolari, cioè stati costruiti sul modello sovietico e subordinanti, a Mosca (Bulgaria, Romania, Ungheria, Polonia, Cecoslovacchia), unica eccezione la Jugoslavia di Tito che instaurò un regime socialista indipendente. Nel 1949 per favorire i partiti moderati, gli Stati Uniti crearono un’alleanza militare, la Nato (Organizzazione del trattato dell’Atlantico del Nord) alla quale aderirono quasi tutti i paesi occidentali. L’Unione Sovietica creò il Comecon (Consiglio di mutua assistenza economica) per rafforzare la cooperazione economica fra i paesi socialisti. Il Patto di Varsavia, un’alleanza di tutte le forze armate dell’est guidate dalla Russia.

In questo mondo diviso da una “cortina di ferro” rimaneva l’Onu, creato nel 1945 per garantire la pace nel mondo.

La guerra fredda

La contrapposizione fra le due superpotenze diede vita alla guerra fredda che non sfociò mai in un conflitto armato, ma in una costante tensione dovuta all’incubo di una guerra nucleare. Si fronteggiavano due opposti modelli politici, economici e culturali: da una parte il modello americano fondato sui valori della democrazia del capitalismo, e della libera iniziativa individuale; dall’altro quello sovietico basato sul socialismo e sulla Superiorità dello stato sui singoli cittadini.

Le armi a cui si ricorreva erano quelle della propaganda ideologica, della corsa agli armamenti, della contrapposizione economica.

Durante gli anni Cinquanta negli Usa si diffuse una psicosi anticomunista per cui intellettuali e artisti di sinistra vennero ostacolati (ad esempio la famiglia Rosenburg, che venne giustiziata perché accusata di aver consegnato ai sovietici importanti segreti nucleari).

Mc Carthy, capo della commissione per la repressione delle attività anti-americane, scatenò un’autentica caccia ai comunisti. Anche nell’Europa occidentale gli esponenti dei partiti comunisti furono emarginati. In Russia l’economia si riprese, ma il clima di terrore continuò.

Alcune circostanze fecero sfiorare lo scoppio di un nuovo conflitto mondiale:

•  Il tentativo di impedire che i rifornimenti americani giungessero a Ovest di Berlino. Ciò portò alla divisione di Berlino: la parte orientale (Repubblica democratica tedesca) e la parte occidentale (Repubblica federale tedesca)

•  La Corea era stata occupata a nord dalle truppe sovietiche e a sud da quelle americane. Nel 1950 la zona comunista invase il sud scatenando una guerra; i russi e cinesi divisero il nord e gli americani il sud. Il conflitto non ebbe vincitori. La Corea rimase divisa in due stati.

L’Unione Sovietica da Stalin a Chruscev

L’Urss era diventata il punto di riferimento di tutti i partiti comunisti, del mondo (Cominform). Stalin mantenne la pesante dittatura all’interno e negli stati dell’est promosse la sovietizzazione della vita economica: la nazionalizzazione di industrie e banche, la collettivizzazione delle terre e sviluppo di industria pesante. Con la morte di Stalin ebbe inizio la destabilizzazione cioè un insieme di provvedimenti volti a eliminare il regime totalitario. Non fu però allentato il controllo sugli stati satelliti.

Gli Stati Uniti del boom economico

Nel secondo dopoguerra gli Usa conobbero un intenso sviluppo economico poiché aveva tratto grandi vantaggi dalla guerra. Si diffuse un generale senso di benessere. Anche in occidente ci fu una rapida ripresa economica e un miglioramento della vita dei cittadini. Negli Usa si accentuarono le tensioni razziali in quanto i neri non accettavano più le discriminazioni.

Nel 1954 ottennero la fine della segregazione, primo successo di un lungo cammino di rivendicazioni. Nel 1960 venne eletto Kennedy che sostenne il programma dell’uguaglianza e della giustizia sociale. In politica estera avviò accordi con la Russia, ma non si rifiutò di entrare in conflitto con essa.

La difficile distensione

Chruscev comprese che la dittatura avrebbe danneggiato il socialismo, pertanto avviò una coesistenza pacifica fra i due blocchi e attuò alcune riforme, ma nel 1964 fu destituito e la società russa si mobilitò per più di vent’anni. La distensione non fermò la corsa agli armamenti e nel 1962 a Cuba si giunse quasi al conflitto quando la Russia, dopo che castro aveva rovesciato il regime filoamericano e instaurato un governo di tipo socialista, tentò di costruire alcune basi missilistiche. Kennedy decise di bloccare l’isola dal punto di vista navale.

Gli Stati Uniti negli anni sessanta

Nel 1963 Johnson continuò le riforme sociali avviate da Kennedy; in politica estera, invece, si impegnò nella guerra imperialistica nel Vietnam dove gli Usa e la Francia sostenevano un regime anticomunista nel sud che contrastava con la repubblica socialista di Ho Chi Minh. Gli Usa intervennero con armi chimiche e contingenti militari a sostegno del sud vietnamita che fronteggiava le incursioni da nord e dai vietcong.

Le atrocità commesse, le spese militari scatenarono la contestazione dei giovani con una grande ondata di scioperi che nel 1968 si trasferì in Europa.

La contestazione coinvolse anche i neri, Martin Luther Kming proponeva la non violenza. La sua uccisione favorì il Potere nero.

 

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