Il Regno d’Italia
Il Regno d’Italia è stato costituito nel 1861
Destra storica (1861-1876):
• Unificazione territoriale
• Legislazione e apparato burocratico unitari
• Pesante prelievo fiscale
• Eccessiva oppressione del fisco
Sinistra storica:
• Agostino Depretis (1876-1887)
Piano politico-sociale:
• Introduzione dell’istruzione elementare gratuita (1877)
• Abolizione della tassa sul macinato (1882)
• Diminuzione della soglia di censo e di età richiesti per poter votare (1882)
• Decentramento amministrativo
• Limitazione lavoro infantile e femminile
• Introduzione di alcune norme a tutela degli infortuni
• Sviluppo della scuola superiore
Piano della politica economica:
• misure protezionistiche
• promozione della crescita dell’industria nazionale anche con commesse e sovvenzioni
Espansione coloniale:
• Radicale cambiamento nella politica estera italiana
• L’Italia entrò in conflitto con la Francia nel tentativo di espandersi nell’Africa settentrionale
• Stipulazione del trattato della Triplice Alleanza con Germania e Austria
• Sconfitta delle truppe italiane con il negus d’Abissinia
Nell’ultima fase del governo di Depretis si aprì la fase del trasformismo : politica basata sulla ricerca di appoggi tra i diversi gruppi parlamentari
• Francesco Crispi (1887-1896)
Provvedimenti per rafforzare i poteri dello stato:
• Accentuazione del controllo del governo sui prefetti
• Potenziamento delle prerogative dell’esecutivo rispetto a quelle del parlamento
• Assegnazione di ampi poteri alla polizia
Provvedimenti liberali:
• Abolizione pena di morte
• Riorganizzazione della sanità
• Allargamento della base elettorale in campo amministrativo
Provvedimenti a partire dal 1891 di carattere repressivo:
• Inasprimento della legislazione contro l’attività delle organizzazioni operaie
• Soffocamento nel sangue di grandi movimenti popolari, come i Fasci dei lavoratori siciliani
• Dichiarazione dello stato d’assedio
Espansione coloniale:
• Ripresa espansione coloniale in Africa
• Sconfitta nel 1895-1896 in Abissinia
I governi della Destra, della Sinistra e del periodo trasformista ebbero tutti un elemento in comune: l’ enorme distanza tra l’ Italia”legale” , quella della politica coloniale, del protezionismo, delle aperture sociali, e l’ Italia “reale” , l’Italia formata da contadini poverissimi e da operai che lavoravano fino a quattordici ore al giorno per un magro salario.
Fra i lavoratori di tutta la penisola, a partire dagli anni sessanta, si erano diffuse le idee anarchiche di Bakunin.
Gli anarchici puntavano a:
• Costruire piccole comunità indipendenti di produttori organizzate in modo egualitario
• Non riconoscere l’autorità dello stato
Tutti i tentativi di costruire le comuni si erano concluse con un totale fallimento.
Andrea Costa , un socialista con tendenze anarchiche, capì che lo strumento più efficace per dare voce alle lotte proletarie era la costruzione di un grande partito dei lavoratori che accettasse la legalità e si battesse in parlamento per trasformare le istituzioni in senso democratico. Nel 1882, a Milano, venne fondato il Partito operaio italiano e, a Genova, il Partito socialista italiano . Chi non aveva diritto al voto poteva contribuire al rafforzamento del proprio schieramento e alla vittoria dei valori in cui si riconosceva.
Durante il decennio del governo crispino anche le forze cattoliche incominciarono lentamente ad affacciarsi sulla scena politica.
Papa Leone XIII:
• Pubblicò nel 1891 un’importantissima enciclica, la Rerum Novarum
• Riconosceva il diritto dei lavoratori
• Invitava i fedeli ad adoperarsi per dare aiuto e sostegno ai ceti più poveri
• Rafforzò la presenza dei sindacati
Uno dei punti che differenziò il programma della sinistra da quello di destra fu la scelta di una politica economica protezionistica che favorisse la crescita industriale dell’Italia.
Provvedimenti del governo di Sinistra:
• Introduzione di tariffe doganali finalizzate a ostacolare le importazioni di prodotti stranieri
• 1878: Cairoli adotta un primo provvedimento protezionista a favore dell’industria tessile
• 1887: Depretis stabilisce una nuova tariffa che colpiva anche i prodotti dell’agricoltura
• Commesse pubbliche che favorirono la crescita dei settori meccanico, metallurgico e cantieristico
Conseguenze negative della scelta protezionistica:
• Di fronte all’inasprimento dei dazi imposti sulle merci straniere, le altre nazioni reagirono elevando le tariffe doganali sulle merci esportate dall’Italia
• L’agricoltura, soprattutto quella del sud, fu danneggiata perché l’esportazione dei prodotti mediterranei rappresentava un’importantissima fonte di sopravvivenza
• Gravissima crisi dell’Italia reale
• Aumento dei prezzi dei generi di prima necessità
• Disoccupazione di molti proletariati
• Emigrazione: l’emigrante settentrionale cercava di trovare un’occupazione provvisoria in uno stato europeo, il contadino meridionale invece tentava fortuna in una terra lontana dell’America
Fra 1896 e 1914: rapido e intenso sviluppo dell’industria
Settori maggiormente sviluppati:
• Industria cotoniera e laniera
• Industria elettrica
• Industria siderurgica e meccanica
• Industria automobilistica
• Industria saccarifera
Conseguenze dello sviluppo dell’industria:
• Grande crescita della classe operaia
• Notevole sviluppo dei centri urbani
In seguito alla caduta di Crispi, tutta l’Italia fu percorsa da fortissime tensioni sociali e politiche , che determinarono nel Paese un clima di malessere:
• Protesta popolare contro una politica troppo oppressiva dal punto di vista economico, a causa dell’aumento dei prezzi
• Movimenti d’ispirazione socialista che incominciarono a chiedere una svolta politica in senso liberal-democratico
• Scioperi e manifestazioni di piazza
Il governo dopo aver represso le agitazioni popolari limitò alcuni diritti fondamentali come la libertà di stampa e di associazione. Di fronte a questa sorte di colpo di stato i deputati di Sinistra organizzarono un’opposizione che indusse il re a ritirare i decreti liberticidi e spinse il governo a dimettersi.
A causa dell’attentato ad Umberto I succedette il figlio Vittorio Emanuele III , più aperto alle posizioni liberali
Giovanni Giolitti (1903-1914)
Provvedimenti per interessarsi delle esigenze delle classi lavoratrici:
• Cercò un accordo con il movimento operaio e con il Partito socialista
• Decise che lo stato doveva assumere una posizione di neutralità nei conflitti tra imprenditori e operai
• Il sindacato venne riconosciuto come il rappresentante degli interessi operai
Riforme sociali:
• Leggi a tutela del lavoro minorile e femminile
• Introduzione di assicurazioni e pensioni di anzianità
Provvedimenti per favorire la crescita dell’industria:
• Nazionalizzazione delle ferrovie
• Commesse pubbliche
• Protezioni doganali
• Legislazione che consentiva alle amministrazioni municipali di modernizzare i servizi
Il meridione comunque rimase una regione agricola costretta a dipendere dall’industria del nord per procurarsi macchinari e beni di consumo
Provvedimenti per garantirsi la maggioranza parlamentare
Garantì:
• La conservazione degli antichi assetti di potere
• La repressione sanguinosa delle agitazioni contadine
• L’atteggiamento ostile verso i partiti democratico-socailisti del sud
In questo modo le differenze fra le due Italie divennero più profonde