Nuovo scenario internazionale
Il Medio Oriente
Nel secondo dopoguerra iniziò il periodo della decolonizzazione nel quale gli stati, liberi dal dominio straniero si impegnarono nella lotta per l’indipendenza e per uno stabile equilibrio politico.
In Medio Oriente i confini tracciati a tavolino dopo la prima guerra mondiale divennero definitivi e la scoperta del petrolio accentuò l’interesse degli europei in questa zona vista non solamente come tra Asia ed Europa, ma come fonte di immense risorse petrolifere.
Tra gli stati arabi l’Egitto ebbe un ruolo preponderante (canale di Suez).
Spodestato re Fraruk amico degli inglesi, assunse il comando Nasser che nazionalizzò il canale di Suez e con l’appoggio dell’Urss avviò la modernizzazione della società e, con la creazione della Repubblica araba unita, compì il primo passo verso l’unione politica dei paesi arabi (panarabismo).
Il problema palestinese
Dopo l’olocausto l’ONU decide di assegnare un territorio nella regione palestinese al popolo ebraico. La Palestina fu divisa in due parti: una per i palestinesi musulmani, l’altra per gli ebrei.
Nel 1948 nacque o stato di Israele che subirà l’aggressione immediata della lega araba (Egitto, Siria, Iraq, Libano, Transgiordania, Arabia Saudita) uscendone vittorioso.
Un’area sempre più calda
Israele ha sostenuto quattro guerre contro gli arabi:
• Nel 1948 ala fondazione
• Nel 1956 per ostacolare la nazionalizzazione del canale di Suez
• Nel 1967 quando Nasser mirava a colpire il nemico comune del mondo arabo. Israele vinse quella che fu definita la guerra dei sei giorni e conquistò il Sinai, la Cisgiordania e il Gaban. Per reazione l’Egitto chiuse il canale di Suez al transito internazionale. I vari movimenti di resistenza araba confluirono nell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) che guidata da Arafat, diede vita al terrorismo
• Nel 1973 il giorno del Kippur, Egitto, Giordania e Siria attaccarono Israele che resistette. Per ritorsione i paesi arabi fornirono meno petrolio all’Occidente con gravi conseguenze per l’industria europea. Solo con la mediazione degli USA e l’elezione del nuovo presidente Sadat, si giunse agli accordi di pace.
Il conflitto arabo-israeliano coinvolse anche il Libano dove si scatenò una guerra civile cessata solo dopo l’intervento di una forza multinazionale di pace.
L’Iran dopo la deposizione dello scià e la salita al potere di Khomeini, è diventato il punto di riferimento del terrorismo. Iran e Iraq scesero in guerra per il controllo dei pozzi petroliferi. Gli USA sostennero il dittatore iracheno Saddam Hussein.
L’Africa dopo il 1945
Dopo il 1945 in Africa si rafforzano i movimenti indipendentisti.
La gran Bretagna tenne legate a sé le colonie con un sistema di accordi economici, doganali e culturali in modo pacifico. La Francia, il Belgio, il Portogallo si impegnarono in sanguinose guerre in Algeria, in Congo, in Angola e nel Mazambico.
I francesi, non volevano rinunciare all’Algeria, ciò causò una violenta guerriglia con i nazionalisti finché De Grulle concesse loro l’indipendenza.
In Libia Gheddafi pose fine alla monarchia filo-occidentale e instaurò un regime autoritario ponendo fine allo sfruttamento economico straniero con la nazionalizzazione delle campagne petrolifere. Al Sud del Sahara le potenze europee lasciarono il potere alle classi dirigenti locali, pur continuando ad esercitare un forte condizionamento di tipo economico e politico che insieme agli scontri tribali e agli investimenti in armamenti hanno impedito di risolvere i problemi africani. L’aumento della popolazione dovuta alla diminuzione della mortalità in seguito agli aiuti umanitari e alle vaccinazioni di massa, ha provocato un intenso flusso migratorio verso l’Europa.
L’indipendenza dell’India
L’India, popolata maggiormente da induisti e in minoranza da musulmani, fu travagliata da feroci conflitti etnici e religiosi. Al momento dell’indipendenza dalla Gran Bretagna, Gandhi puntava alla creazione di uno stato unico in cui convivessero tutte le religioni, la Lega Musulmana voleva la formazione di due stati autonomi, così nacquero il Pakistan (occidentale, orientale) islamico e l’unione indiana con conseguente esodo di milioni di persone. Dopo l’uccisione di Gandhi i suoi successori attuarono riforme civili (soppressione delle caste e affermazioni dell’uguaglianza generale) e promossero lo sviluppo economico.
L’India ha mantenuto una posizione di equidistanza rispetto ai due blocchi e, pur dilaniato scontri fra fazioni anche violenti, è una democrazia dotata di istituzioni rappresentative a indirizzo moderato.
La Cina comunista
Nel 1949 con la vittoria dei comunisti sui nazionalisti, nasce la Repubblica popolare cinese. Mao Zedong avvia la modernizzazione donando un modello di socialismo alternativo a quello sovietico in quanto rivolto allo sviluppo del settore agricolo piuttosto che a quello industriale di cui i contadini e non solo gli operai sarebbero stati i promotori. Per soffocare il dissenso di Mao impose una feroce repressione “Rivoluzione culturale” con moltissimi vittime. I contrasti tra Cina e Urss divennero sempre più accesi soprattutto per la scelta della guida politica della rivoluzione. Alla morte di Mao, la Cina era una grande potenza asiatica. La recente diminuzione del controllo statale sulla vita economica aveva diffuso tra studenti e intellettuali la necessità di ottenere un maggior rispetto della democrazia.
Ciò porterà alla repressione della manifestazione di Piazza Tien Amen.
Il Giappone grande potenza economica
Dopo la seconda guerra mondiale il Giappone subì un regime di occupazione di emancipazione militare americano in quanto costituiva una base militare da cui controllare Cina e Urss.
In questo periodo il Giappone conobbe un’occidentalizzazione di costumi e di abitudini e un intenso rilancio e modernizzazione delle attività economiche che continuarono anche grazie al numero degli abitanti di religione scintoista fondata sull’ordine, sulla gerarchia, sulla disciplina e grazie alla capacità di sviluppare settori scientifici qualificati.
Il continente latino-americano
Durante la seconda guerra mondiale l’america latina attirò investimenti e capitali sostituendosi agli stati europei. Tuttavia il potere rimane nelle mani di poche famiglie e l’industria, dipendente dall’occidente, si limitava all’esportazione.
Dittature militari si alternavano al governo degli stati.
In argentina e in Brasile di affermarono regimi populisti che si appoggiavano al consenso del popolo il quale si riconosceva in grandi leader.
La crescente crisi economica e il conflitto sociale provocherà l’aumento delle dittature militari che cancellarono ogni forma di democrazia e coprirono crimini e torture (desa parecidos)