Canto XIV Inferno – (vv 73-93) – Il ruscello di sangue
Testo e commento del Canto XIV dell’Inferno (versi 73-93) – Il ruscello di sangue
Or mi vien dietro, e guarda che non metti, ancor, li piedi ne la rena arsiccia; ma sempre al bosco tien li piedi stretti". 75 Tacendo divenimmo là ’ve spiccia fuor de la selva un picciol fiumicello, lo cui rossore ancor mi raccapriccia. 78 Quale del Bulicame esce ruscello che parton poi tra lor le peccatrici, tal per la rena giù sen giva quello. 81 Lo fondo suo e ambo le pendici fatt’era ’n pietra, e ’ margini dallato; per ch’io m’accorsi che ’l passo era lici. 84 "Tra tutto l’altro ch’i’ t’ ho dimostrato, poscia che noi intrammo per la porta lo cui sogliare a nessuno è negato, 87cosa non fu da li tuoi occhi scorta notabile com’è ’l presente rio, che sovra sé tutte fiammelle ammorta". 90 Queste parole fuor del duca mio; per ch’io ’l pregai che mi largisse ’l pasto di cui largito m’avëa il disio. 93
Virgilio allora intima a Dante di seguirlo, facendo ben attenzione a non toccare la sabbia con i piedi, ma a rimanere sul ciglio del bosco. Arrivano quindi dove sgorga (“spiccia fuor de la selva”) un “picciol fiumicello” rosso di sangue, che raccapriccia Dante al ricordo dei dannati nel Flegetonte di due cerchi fa. Si tratta infatti dello stesso fiume, come spiegherà Virgilio tra poco. Intanto Dante lo paragona al Bulicame, una sorgente calda nei pressi di Viterbo, le cui acque vengono divise in canaletti nelle abitazioni di donne del luogo. Esistono due lezioni su queste figure: la più diffusa è quella di “peccatrici” cioè meretrici, ma alcuni sostengono anche “pectatrici” cioè addette le lavoranti addette alla pettinatura della lana. Alcuni versi prima la parola bulicame era stata usata anche come sostantivo generico, intendendo il fiume bollente.
Analogamente al fiumicello incanalato quindi Dante nota la presenza di argini in pietra (verranno descritti con due similitudini nel prossimo canto), e Virgilio gli fa notare come sia cosa mirabile che le fiamme si spengano a contatto con i vapori del fiume. Dante però sembra non capire (non capisce che si tratta dell’emissione del Flegetonte o non capisce cosa ci sia di così stupefacente da meritare il richiamo di Virgilio?). Il “duca” allora inizia una lunga spiegazione allegorica sul cosiddetto “Veglio di Creta”.
[bibl]Inferno – Canto quattordicesimo, //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Inferno_-_Canto_quattordicesimo&oldid=44351243 (in data 11 novembre 2011).[/bibl]