Riassunto canto XIII
- forma conica del Purgatorio che ha mura del colore scuro della roccia
- Virgilio supplica il dole nume che li guidi verso la via giusta
- Voci di spiriti che invitano carità: “Vinum non habent” (Maria); “I’ sono Oreste” (Oreste); “Amate da cui male aveste” (Gesù)
- invidiosi vestono un rozzo e freddo cilicio e si appoggiano l’uno sopra l’altro
- come i ciechi, ai quali manca ogni mezzo di sostentamento stanno davanti alle chiese nei giorni delle indulgenze per chiedere l’elemosina per il loro fabbisogno e l’uno appoggia il capo sulla spalla dell’altro, per suscitare pietà alla gente sia con il tono delle parole sia per l’aspetto lamentoso
- come i ciechi non vedono la luce, così questi dannati non vedono perché hanno gli occhi cuciti
- Anime cantano le litanie dei santi
- Senese Sapia: gioisce perché concittadini hanno perso a Colle Val D’Elsa; si pentisce in fin di vita e giunge subito al Purgatorio grazie alle preghiere di Pier Pettinaio; chiede a Dante di riferire ai suoi parenti e concittadini (quella gente vana) della sua condizione
- Dante ammette di aver peccato un po’ per invidia, ma soprattutto per superbia (cerchio precedente)