Canto VIII Purgatorio – (vv 1-18) – Preghiera del tramonto

Testo e commento del Canto VIII del Purgatorio (versi 1-18)- Preghiera del tramonto

Era già l'ora che volge il disio
ai navicanti e 'ntenerisce il core
lo dì c' han detto ai dolci amici addio; 3

e che lo novo peregrin d’amore
punge, se ode squilla di lontano
che paia il giorno pianger che si more; 6

quand’io incominciai a render vano
l’udire e a mirare una de l’alme
surta, che l’ascoltar chiedea con mano. 9

Ella giunse e levò ambo le palme,
ficcando li occhi verso l’orïente,
come dicesse a Dio: ’D’altro non calme’. 12

’Te lucis ante’ sì devotamente
le uscìo di bocca e con sì dolci note,
che fece me a me uscir di mente; 15

e l’altre poi dolcemente e devote
seguitar lei per tutto l’inno intero,
avendo li occhi a le superne rote. 18


È l’ora del tramonto che suscita la nostalgia del navigante all’atto della partenza, come pure un lontano squillo di campane che sembra annunciare la fine del giorno commuove chi ha intrapreso un viaggio. Dante, nel generale silenzio, osserva un’anima che, levatasi in piedi, con un cenno della mano invita alla preghiera. La stessa, rivolta ad oriente, pare che dica a Dio: – Non mi curo che di te! – Poi, seguita dalle altre, intona il “Te lucis ante” in modo così soave da mandare in estasi il poeta.

[/bibl]Purgatorio – Canto ottavo, //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Purgatorio_-_Canto_ottavo&oldid=40434039 (in data 21 novembre 2011).[/bibl].

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