Canto XXXIV Inferno – (vv 100-126) – Spiegazione cosmologica di Virgilio

Testo e commento del Canto XXXIV dell’Inferno (versi 100-126)- Spiegazione cosmologica di Virgilio

"Prima ch’io de l’abisso mi divella,
maestro mio", diss’io quando fui dritto,
"a trarmi d’erro un poco mi favella: 102

ov’è la ghiaccia? e questi com’è fitto
sì sottosopra? e come, in sì poc’ora,
da sera a mane ha fatto il sol tragitto?". 105

Ed elli a me: "Tu imagini ancora
d’esser di là dal centro, ov’io mi presi
al pel del vermo reo che ’l mondo fóra. 108

Di là fosti cotanto quant’io scesi;
quand’io mi volsi, tu passasti ’l punto
al qual si traggon d’ogne parte i pesi. 111

E se’ or sotto l’emisperio giunto
ch’è contraposto a quel che la gran secca
coverchia, e sotto ’l cui colmo consunto 114

fu l’uom che nacque e visse sanza pecca;
tu haï i piedi in su picciola spera
che l’altra faccia fa de la Giudecca. 117

Qui è da man, quando di là è sera;
e questi, che ne fé scala col pelo,
fitto è ancora sì come prim’era. 120

Da questa parte cadde giù dal cielo;
e la terra, che pria di qua si sporse,
per paura di lui fé del mar velo, 123

e venne a l’emisperio nostro; e forse
per fuggir lui lasciò qui loco vòto
quella ch’appar di qua, e sù ricorse". 126



Mentre i due riprendono il cammino Dante chiede a Virgilio se, prima di lasciare definitivamente l’Inferno, può dirimergli qualche questione: su che fine abbia fatto il ghiaccio, sul perché Satana sia conficcato sottosopra e come mai in poco tempo il sole ha fatto il tragitto dalla sera alla mattina di circa dodici ore?
Virgilio inizia la sua spiegazione dicendo a Dante che essi sono nel nuovo emisfero, non più in quello dove lui prese il pel del vermo, poiché essi hanno passato il punto al quale tendono tutti i pesi, ovvero il centro della terra. Qui è l’emisfero contrapposto a quello coperto dalle terre emerse (dalla gran secca) sotto il cui meridiano più alto nacque colui che visse senza peccati (cioè Gesù a Gerusalemme, la città che secondo la geografia dell’epoca si riteneva sotto il meridiano principale). Rispondendo allora alla prima domanda di Dante gli dice che essi ora camminano su una piccola sfera che copre l’altra faccia della Giudecca, dell’ultima zona del lago ghiacciato; riguardo alla terza domanda spiega che quando di là è notte di qua è mattino (man); e che Lucifero, infine, sta esattamente come stava prima.
Egli, quale angelo ribelle, quando cadde dal cielo sprofondò da questo emisfero a testa all’ingiù e la terra per non toccarlo si nascose sotto al mare, sporgendo tutta dall’altro emisfero; il Diavolo rimase conficcato al centro della terra e ciò che gli stava intorno, per fuggire ulteriormente, si spostò fuggendo verso l’emisfero australe, facendo il vuoto attorno al verso Lucifero è quanto mai sottolineato da questa spiegazione di come anche la terra, materia di per sé vile, fugga sdegnata dal contatto con esso.

[/bibl] Inferno – Canto trentaquattresimo, //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Inferno_-_Canto_trentaquattresimo&oldid=44903189 (in data 20 novembre 2011).[/bibl].

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