Canto XXI Inferno- (vv 1-22) – La bolgia dei barattieri

Testo e commento del Canto XXI dell’Inferno (versi 1-22)-La bolgia dei barattieri

Così di ponte in ponte, altro parlando
che la mia comedìa cantar non cura,
venimmo; e tenavamo ’l colmo, quando 3

restammo per veder l’altra fessura
di Malebolge e li altri pianti vani;
e vidila mirabilmente oscura. 6

Quale ne l’arzanà de’ Viniziani
bolle l’inverno la tenace pece
a rimpalmare i legni lor non sani, 9

ché navicar non ponno - in quella vece
chi fa suo legno novo e chi ristoppa
le coste a quel che più vïaggi fece; 12

chi ribatte da proda e chi da poppa;
altri fa remi e altri volge sarte;
chi terzeruolo e artimon rintoppa -: 15

tal, non per foco ma per divin’arte,
bollia là giuso una pegola spessa,
che ’nviscava la ripa d’ogne parte. 18

I’ vedea lei, ma non vedëa in essa
mai che le bolle che ’l bollor levava,
e gonfiar tutta, e riseder compressa. 21


Continuando a parlare di cose che non riporta la «Comedía», Dante e Virgilio arrivano sul culmine («il colmo») del ponte che dà sulla quinta bolgia, e guardando giù Dante la vede «mirabilmente oscura». In fondo bolle una nera pece e per descriverla Dante inizia una lunga similitudine con quella che d’inverno viene fatta bollire all’Arsenale di Venezia: l’inverno era infatti tempo di manutenzione delle navi e Dante si dilunga descrivendo con minuzia le attività degli operai navali: quando non si può navigare c’è chi costruisce nuove barche, chi tura con la stoppa le falle, chi ribatte la prua e chi la poppa, chi fabbrica remi e chi sartie, chi rattoppa il terzeruolo e chi l’artimone (due tipi di vele)… e Dante descrive con tale vivida minuzia il quadro che sembra di vederselo davanti, con una tale conoscenza anche di termini tecnici che alcuni hanno ipotizzato che Dante fosse veramente stato a Venezia a vedere i cantieri navali, teoria però che non trova riscontri nella cronologia della biografia del poeta.
Dante sta quindi guardando la pece che ribolle, ma qui all’Inferno non lo fa per via del fuoco che la riscalda ma «per divin’arte», e invischia dappertutto le due rive. Dante è un po’ sorpreso di non vedervi nessun dannato, ma solo bolle.

[bibl]Inferno – Canto ventunesimo, //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Inferno_-_Canto_ventunesimo&oldid=42382081 (in data 14 novembre 2011).[/bibl]

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