Canto II Inferno (vv 43-126) – Conforto di Virgilio e le tre donne

Testo e commento del Canto II dell’Inferno (versi 43-126) – Conforto di Virgilio e soccorso delle tre donne

"S’i’ ho ben la parola tua intesa",
rispuose del magnanimo quell’ombra,
"l’anima tua è da viltade offesa; 45

la qual molte fïate l’omo ingombra
sì che d’onrata impresa lo rivolve,
come falso veder bestia quand’ombra. 48

Da questa tema acciò che tu ti solve,
dirotti perch’io venni e quel ch’io ’ntesi
nel primo punto che di te mi dolve. 51

Io era tra color che son sospesi,
e donna mi chiamò beata e bella,
tal che di comandare io la richiesi. 54

Lucevan li occhi suoi più che la stella;
e cominciommi a dir soave e piana,
con angelica voce, in sua favella: 57

"O anima cortese mantoana,
di cui la fama ancor nel mondo dura,
e durerà quanto ’l mondo lontana, 60

l’amico mio, e non de la ventura,
ne la diserta piaggia è impedito
sì nel cammin, che vòlt’è per paura; 63

e temo che non sia già sì smarrito,
ch’io mi sia tardi al soccorso levata,
per quel ch’i’ ho di lui nel cielo udito. 66

Or movi, e con la tua parola ornata
e con ciò c’ ha mestieri al suo campare,
l’aiuta sì ch’i’ ne sia consolata. 69

I’ son Beatrice che ti faccio andare;
vegno del loco ove tornar disio;
amor mi mosse, che mi fa parlare. 72

Quando sarò dinanzi al segnor mio,
di te mi loderò sovente a lui".
Tacette allora, e poi comincia’ io: 75

"O donna di virtù sola per cui
l’umana spezie eccede ogne contento
di quel ciel c’ ha minor li cerchi sui, 78

tanto m’aggrada il tuo comandamento,
che l’ubidir, se già fosse, m’è tardi;
più non t’è uo’ ch’aprirmi il tuo talento. 81

Ma dimmi la cagion che non ti guardi
de lo scender qua giuso in questo centro
de l’ampio loco ove tornar tu ardi". 84

"Da che tu vuo’ saver cotanto a dentro,
dirotti brievemente", mi rispuose,
"perch’i’ non temo di venir qua entro. 87

Temer si dee di sole quelle cose
c' hanno potenza di fare altrui male;
de l'altre no, ché non son paurose. 90

I’ son fatta da Dio, sua mercé, tale,
che la vostra miseria non mi tange,
né fiamma d’esto ’ncendio non m’assale. 93

Donna è gentil nel ciel che si compiange
di questo 'mpedimento ov'io ti mando,
sì che duro giudicio là sù frange. 96

Questa chiese Lucia in suo dimando
e disse: - Or ha bisogno il tuo fedele
di te, e io a te lo raccomando -. 99

Lucia, nimica di ciascun crudele,
si mosse, e venne al loco dov’i’ era,
che mi sedea con l’antica Rachele. 102

Disse: - Beatrice, loda di Dio vera,
ché non soccorri quei che t’amò tanto,
ch’uscì per te de la volgare schiera? 105

Non odi tu la pieta del suo pianto,
non vedi tu la morte che ’l combatte
su la fiumana ove ’l mar non ha vanto? -. 108

Al mondo non fur mai persone ratte
a far lor pro o a fuggir lor danno,
com’io, dopo cotai parole fatte, 111

venni qua giù del mio beato scanno,
fidandomi del tuo parlare onesto,
ch’onora te e quei ch’udito l’ hanno". 114

Poscia che m’ebbe ragionato questo,
li occhi lucenti lagrimando volse,
per che mi fece del venir più presto. 117

E venni a te così com’ella volse:
d’inanzi a quella fiera ti levai
che del bel monte il corto andar ti tolse. 120

Dunque: che è perché, perché restai,
perché tanta viltà nel core allette,
perché ardire e franchezza non hai, 123

poscia che tai tre donne benedette
curan di te ne la corte del cielo,
e ’l mio parlar tanto ben ti promette?". 126



Virgilio non fa tardare la sua risposta: (parafrasi) “Se ho ben capito le tue parole, la tua anima è ora offesa da viltà, la quale spesso ingombra gli uomini allontanandoli dalle imprese onrate (degne di onore), come quando una bestia si impaurisce per qualcosa che invece è solo ombra. Perché tu ti sollevi da questo timore ti spiegherò perché venni da te e intesi la prima volta che mi preoccupai per te”.
Inizia quindi la spiegazione di quello che è successo a Virgilio mentre Dante era smarrito nella selva, con un flash-back a più voci contemporaneo agli avvenimenti del Canto I.
Virgilio si trovava tra color che son sospesi (nel Limbo) quando venne chiamato da una donna beata e bella, che gli fece provare il desiderio spontaneo di essere comandato, di obbedirle. Virgilio non lo dice subito ma è la figura angelicata di Beatrice, tra i protagonisti assoluti del poema, che fa il suo ingresso, indiretto, in questa cantica.
Ella aveva gli occhi più lucenti di una stella e cominciò a rivolgersi a lui soave e piana con angelica voce: (parafrasi) “Oh anima cortese (gentile, onesta) mantovana, la cui fama ancora è viva nel mondo e durerà finché lontana (dura) il mondo (captatio benevolentiae), il mio amico (Dante), disinteressato (e non de la ventura, verso dall’interpretazione ambigua, in genere parafrasato come una nota all’amore divino e spirituale che lega i due), è impedito nel cammino nella diserta piaggia (la selva), tanto che è già tornato indietro per paura, e temo che si sia già smarrito se mi sono alzata a soccorrerlo troppo tardi, dopo che ho udito quello che mi hanno detto di lui in cielo… Ora vai, e con la tua bella arte retorica (la parola ornata) e con ciò che serva a farlo salvare (campare) aiutalo, così che io abbia consolazione. Chi ti fa andare sono io, Beatrice, e vengo dal luogo dove voglio tornare, da dove mi mosse l’amore (termine volutamente ambiguo: amore per Dante? o spirito di carità generico? o Dio stesso?) che mi fa parlare; quando tornerò davanti al mio Signore con lui mi loderò spesso di te.”
Virgilio risponde entusiasta a quella che chiama “donna di sola virtù”, per la cui virtù la specie umana oltrepassa fino al cielo con il cerchio minore (quello della Luna, a voler significare che la gente supera le cose terrene), dicendole che è così felice del suo ordine che non vede l’ora di ubbidire, basta che lei gli dica il suo desiderio (talento); chiede anche quale sia la ragione per la quale ella non ha temuto di scendere al centro dell’universo, dove presto lei vuole tornare (la Terra era il centro dell’universo nel sistema tolemaico e per i padri della Chiesa al centro della terra si estendeva l’Inferno che era il punto più lontano da Dio).
Beatrice allora risponde brevemente che non teme l’Inferno, perché non è cosa che per lei faccia male, quale creatura divina, non avendo effetto su di lei le fiamme di quello ‘ncendio. C’è una Donna in paradiso (probabilmente la Madonna) che si dispiace per l’impedimento dove lei sta mandando Virgilio e che con la sua misericordia spezza il severo giudizio divino; questa chiese a Lucia di proteggere quel suo fedele (nel Convivio III 9, 15-16 Dante racconta di aver avuto una grave malattia agli occhi e che richiese l’aiuto della protettrice degli occhi). Allora Lucia andò da Beatrice, seduta accanto a Rachele e le parlò (si noti come le parole di Lucia sono riportate da Beatrice attraverso il racconto di Virgilio, attraverso la narrazione di Dante): (parafrasi) “Beatrice, lode vera di Dio, perché non soccorri colui che t’amò tanto e che per te uscì de la volgare schiera? (di nuovo il tema dell’amore spirituale che innalza gli uomini) Non senti il dolore del suo pianto, non vedi come egli combatte la morte sul fiume dove il mare non prevale? (metafora forse dei gorghi dell’esistenza)”. Beatrice continua a spiegare come si sia affrettata scendendo dal suo beato scanno nella fiducia dell’onesta loquela di Virgilio, che onora lui e chi lo ode.
Finito di riportare il discorso di Beatrice, Virgilio prosegue: egli si era sentito lacrimare gli occhi dopo il soave discorso di Beatrice e venne subito da Dante, come ella aveva voluto; lo tolse di davanti a quella bestia (la lupa), che gli aveva impedito la via breve per scendere al monte. Inizia poi a spronare Dante chiedendogli cosa ci sia, perché perché (ripetuto due volte) egli si attarda; perché ha tanta viltà nel cuore senza ardire né franchezza, quando tre donne benedette si curano di lui nella corte celeste e quando il bel ragionamento che Virgilio gli ha detto finora prometta tanto bene?
Anche il viaggio di Dante risponde ad un disegno provvidenziale, come quelli di Enea e di San Paolo. Essendo voluto da Dio, non è solo conquista personale e personale elezione, ma si configura anche nei suoi aspetti generali come il viaggio dell’intera umanità per ritrovare pace e giustizia.

[bibl]Contributori di Wikipedia, “Inferno – Canto secondo”, Wikipedia, L’enciclopedia libera, //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Inferno_-_Canto_secondo&oldid=44595233 (in data 5 novembre 2011).[/bibl]

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