Canto IV Purgatorio – (vv 1-54) – Il primo balzo dell’Antipurgatorio

Testo e commento del Canto IV del Purgatorio (versi 1-54)- Il primo balzo dell’Antipurgatorio

Quando per dilettanze o ver per doglie,
che alcuna virtù nostra comprenda,
l’anima bene ad essa si raccoglie, 3

par ch’a nulla potenza più intenda;
e questo è contra quello error che crede
ch’un’anima sovr’altra in noi s’accenda. 6

E però, quando s’ode cosa o vede
che tegna forte a sé l’anima volta,
vassene ’l tempo e l’uom non se n’avvede; 9

ch’altra potenza è quella che l’ascolta,
e altra è quella c’ ha l’anima intera:
questa è quasi legata e quella è sciolta. 12

Di ciò ebb’io esperïenza vera,
udendo quello spirto e ammirando;
ché ben cinquanta gradi salito era 15

lo sole, e io non m’era accorto, quando
venimmo ove quell’anime ad una
gridaro a noi: "Qui è vostro dimando". 18

Maggiore aperta molte volte impruna
con una forcatella di sue spine
l’uom de la villa quando l’uva imbruna, 21

che non era la calla onde salìne
lo duca mio, e io appresso, soli,
come da noi la schiera si partìne. 24

Vassi in Sanleo e discendesi in Noli,
montasi su in Bismantova e ’n Cacume
con esso i piè; ma qui convien ch’om voli; 27

dico con l’ale snelle e con le piume
del gran disio, di retro a quel condotto
che speranza mi dava e facea lume. 30

Noi salavam per entro ’l sasso rotto,
e d’ogne lato ne stringea lo stremo,
e piedi e man volea il suol di sotto. 33

Poi che noi fummo in su l’orlo suppremo
de l’alta ripa, a la scoperta piaggia,
"Maestro mio", diss’io, "che via faremo?". 36

Ed elli a me: "Nessun tuo passo caggia;
pur su al monte dietro a me acquista,
fin che n’appaia alcuna scorta saggia". 39

Lo sommo er'alto che vincea la vista,
e la costa superba più assai
che da mezzo quadrante a centro lista. 42

Io era lasso, quando cominciai:
"O dolce padre, volgiti, e rimira
com’io rimango sol, se non restai". 45

"Figliuol mio", disse, "infin quivi ti tira",
additandomi un balzo poco in sùe
che da quel lato il poggio tutto gira. 48

Sì mi spronaron le parole sue,
ch’i’ mi sforzai carpando appresso lui,
tanto che ’l cinghio sotto i piè mi fue. 51


Parlando con Manfredi, Dante neppure si accorge del trascorrere delle ore; finché, dopo circa tre ore (il sole aveva percorso cinquanta gradi), le anime degli scomunicati indicano a lui ed a Virgilio l’ingresso di un sentiero che porta verso l’alto. La via è stretta e molto erta; Virgilio sprona il suo protetto a non deviare il cammino e a non arrendersi almeno fino al balzo poco più sopra, dove finalmente giunti possono sedersi e guardare con soddisfazione, ad oriente, l’ostacolo superato.

[/bibl] Purgatorio – Canto quarto, //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Purgatorio_-_Canto_quarto&oldid=44382042 (in data 20 novembre 2011).[/bibl].

Lascia un commento