In morte del fratello Giovanni

Introduzione

In morte del fratello Giovanni è un sonetto scritto da Ugo Foscolo (Zacinto, 6 febbraio 1778 – Londra, 10 settembre 1827) nel 1803. Il brano è stato scritto, come afferma appunto il titolo, in occasione della morte del fratello del poeta: Giovanni Dionigi, tenente dell’esercito cisalpino, si era probabilmente ucciso nel 1801 (a soli venti anni d’età) a causa dei suoi numerosi debiti di gioco. Esso è una ripresa del carme 101 di Catullo, dedicato al fratello la cui tomba si trova in Bitinia.

Testo

Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, me vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de’ tuoi gentili anni caduto.

La Madre or sol suo dì tardo traendo
parla di me col tuo cenere muto,
ma io deluse a voi le palme tendo
e sol da lunge i miei tetti saluto.

Sento gli avversi numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta,
e prego anch’io nel tuo porto quïete.

Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, almen le ossa rendete
allora al petto della madre mesta.

Parafrasi

Un giorno, se io non sarò più costretto a fuggire di paese in paese, mi vedrai, o fratello mio, seduto sulla tua tomba a piangere per la tua giovinezza che è stata troncata prematuramente dalla morte. Solo nostra madre ora, portando avanti la sua vecchiaia, parla di me con la tua anima che mai potrà risponderle: ma io tendo inutilmente le mie braccia verso voi e anche se posso solo salutare da lontano la mia patria. Sento il destino ostile che mi allontana sempre più da essa e avverto le angosce interiori che sconvolsero la tua esistenza (spingendoti al suicidio), perciò desidero di condividere con te la pace della morte. Solo questo mi resta, ora, di tante speranze passate! Persone straniere, almeno restituite le mie ossa alle braccia della mia triste madre.

Tematiche

I principali temi attorno ai quali è costruito il sonetto sono l’esilio, la morte, la tomba e la madre, vista come madre biologica, madre patria, madre poesia e madre morte. Il tema dell’esilio non ha solo un valore biografico (riferito cioè alla vita del Foscolo lontano dal suo paese natio), ma ha anche significati simbolici: è il simbolo della precarietà della vita e ricorda la sorta di “alter-ego” eroico che Foscolo ama costruire attorno a sé, richiama all’uomo nobile ma infelice a cui la sventura e le sfavorevoli circostanze storiche impediscono di avere una patria e una vita serena vicino alla sua famiglia.

In contrapposizione a tutto questo, troviamo il motivo della tomba che rappresenta l’ideale ricongiungimento, attorno alla madre, di un nucleo familiare che era stato precedentemente smembrato. Gli unici punti fermi nell’incerta vita di Foscolo sono la famiglia e la patria; solo il loro pensiero riesce, seppur in minima parte, ad alleviare le sofferenze del poeta: la serenità è una meta impossibile da raggiungere, poiché l’esilio avrà sempre la meglio sulla sua volontà di riavvicinarsi ai suoi affetti. Difatti, l’unica strada che Foscolo vede davanti a sé è la morte, ultimo porto di pace, che gli dà l’illusione di poter tornare dall’esilio attraverso la restituzione delle sue ossa alla madre.

Figure retoriche

Ipallage
… palme …
Sineddochi
… tetti …
Metonimie
… la tua pietra …
… l’ossa mie …
Metafore
… il fior de’ tuoi gentili anni caduto …
… furon tempesta …
… porto …
Sinestesie
… cenere muto …
Enjambement
v.1 e v.2
v.2 e v.3
v.3 e v.4
v.9 e v.10
v.13 e v.14
Apostrofi
… si rivolge al fratello morto …

In morte del fratello Giovanni, http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=In_morte_del_fratello_Giovanni&oldid=29189009 (in data 9 gennaio 2010).
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