Canto IX Inferno – (vv 34-63) – Le Furie

Testo e commento del Canto IX dell’Inferno (versi 34-63) – Le Furie

E altro disse, ma non l’ ho a mente;
però che l’occhio m’avea tutto tratto
ver’ l’alta torre a la cima rovente, 36

dove in un punto furon dritte ratto
tre furïe infernal di sangue tinte,
che membra feminine avieno e atto, 39

e con idre verdissime eran cinte;
serpentelli e ceraste avien per crine,
onde le fiere tempie erano avvinte. 42

E quei, che ben conobbe le meschine
de la regina de l’etterno pianto,
"Guarda", mi disse, "le feroci Erine. 45

Quest’è Megera dal sinistro canto;
quella che piange dal destro è Aletto;
Tesifón è nel mezzo"; e tacque a tanto. 48

Con l’unghie si fendea ciascuna il petto;
battiensi a palme e gridavan sì alto,
ch’i’ mi strinsi al poeta per sospetto. 51

"Vegna Medusa: sì ’l farem di smalto",
dicevan tutte riguardando in giuso;
"mal non vengiammo in Tesëo l’assalto". 54

"Volgiti ’n dietro e tien lo viso chiuso;
ché se ’l Gorgón si mostra e tu ’l vedessi,
nulla sarebbe di tornar mai suso". 57

Così disse ’l maestro; ed elli stessi
mi volse, e non si tenne a le mie mani,
che con le sue ancor non mi chiudessi. 60

O voi ch'avete li 'ntelletti sani,
mirate la dottrina che s'asconde
sotto 'l velame de li versi strani. 63


Virgilio continua a parlare di come sia normale incontrare resistenza alle mura di Dite, ma Dante ormai non lo ascolta più perché è attratto da un’altra visione sconvolgente. Cambio di scena quindi, adesso il poeta ci fa mettere a fuoco un’altra direzione, la torre infuocata che già aveva notato all’approssimarsi alle mura, sulla quale si alzano di scatto tre furie infernali. Esse sono le Erinni, “di sangue tinte”, con corpi e atteggiamenti femminili (membra e atto) e circondate o vestite da serpenti verdi. Altri serpenti poi hanno per capelli, avvinghiati alle tempie, e vengono subito riconosciute come le serve (meschine, dal provenzale mesquì) di Persefone, la regina dei lamenti eterni dell’Inferno. Virgilio le indica: all’angolo sinistro (canto come cantuccio) Megera, a destra Aletto, che piange, e Tesifone nel mezzo. Come le donne ai funerali esse si disperano, si graffiano il petto e si battono i palmi delle mani.
Dante è piuttosto terrorizzato e si stringe a Virgilio, quando le Erinni si precipitano minacciose verso i due: “Vieni Medusa, la Gorgone, così lo possiamo pietrificare… facemmo male a non vendicare l’assalto di Teseo a Cerbero quando scese nell’Inferno, perché ora i vivi non son più scoraggiati ad avventurarsi nel regno dei morti”. A queste parole Virgilio intima a Dante di chiudere gli occhi e mette le sue stesse mani a tappare con sicurezza le pupille del discepolo.

[bibl]Inferno – Canto nono, //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Inferno_-_Canto_nono&oldid=38300821 (in data 8 novembre 2011).[/bibl]

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