Canto X Purgatorio – (vv 1-27) – Salita al primo girone
Testo e commento del Canto X del Purgatorio (versi 1-27)- Salita al primo girone
Poi fummo dentro al soglio de la porta che ’l mal amor de l’anime disusa, perché fa parer dritta la via torta, 3 sonando la senti’ esser richiusa; e s’io avesse li occhi vòlti ad essa, qual fora stata al fallo degna scusa? 6 Noi salavam per una pietra fessa, che si moveva e d’una e d’altra parte, sì come l’onda che fugge e s’appressa. 9 "Qui si conviene usare un poco d’arte", cominciò ’l duca mio, "in accostarsi or quinci, or quindi al lato che si parte". 12 E questo fece i nostri passi scarsi, tanto che pria lo scemo de la luna rigiunse al letto suo per ricorcarsi, 15 che noi fossimo fuor di quella cruna; ma quando fummo liberi e aperti sù dove il monte in dietro si rauna, 18 ïo stancato e amendue incerti di nostra via, restammo in su un piano solingo più che strade per diserti. 21 Da la sua sponda, ove confina il vano, al piè de l’alta ripa che pur sale, misurrebbe in tre volte un corpo umano; 24 e quanto l’occhio mio potea trar d’ale, or dal sinistro e or dal destro fianco, questa cornice mi parea cotale. 27
Non badando più alla porta alle loro spalle e salendo con attenzione su un sentiero zigzagante su per il pendio, alle nove circa della mattina Dante e Virgilio raggiungono la prima cornice (larga, per tutta la sua circonferenza, quanto tre uomini, quindi circa cinque metri) e lì si fermano, incerti sulla via.
[/bibl]Purgatorio – Canto decimo, //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Purgatorio_-_Canto_decimo&oldid=41143817 (in data 21 novembre 2011).[/bibl].