Ulisse e Nausicaa
L’approdo di Odisseo sull’isola dei Feaci costituisce uno dei più sentimentali episodi dell’intera Odissea, dove la nostalgia dell’eroe si mescola con il pathos in un unico lieto scenario.
L’intera scena è concentrata su due figure, quella di Odisseo e di Nausicaa, che dimostrano entrambi di avere qualità eccezionali ed estranee all’uomo comune.
L’eroe omerico si dimostra ancora una volta estremamente intelligente e astuto: grande conoscitore dell’animo femminile, grazie a convincenti discorsi e astuti accorgimenti, riesce ad apparire agli occhi di Nausicaa come un uomo sincero, umile e determinato nel conseguire il suo scopo, quello di ritornare in patria.
Anche Nausicaa si differenzia dalle altre donne, prime tra tutte le sue ancelle: impassibile davanti all’eroe “nudo, selvaggio, aspro di sale marino”, si comporta da vera principessa e, dopo averlo ascoltato attentamente, lo accoglie presso i Feaci secondo i principi di ospitalità e generosità, che caratterizzano la morale del mondo greco.
La grande abilità di Omero risiede dunque nell’accurata descrizione interiore dei personaggi e nella sorprendente esposizione sentimentale del racconto, capace di evidenziare le emozioni più profonde e di creare un spazio scenico in cui il lettore si possa facilmente immedesimare nei protagonisti.