Sofisti
I Sofisti:
- Il termine “sofista” significa letteralmente “colui che fa professione del proprio sapere”
- ritenevano che il loro sapere fosse ben più importante rispetto a quello degli artigiani o dei medici, giacchè il loro è il sapere che consente di prendere parte con successo alla vita pubblica della città, quando si accede alle magistrature.
- arhth: capacità di eccellere nella condotta pubblica e privata
- Ma il fatto che i sofisti si facciano pagare molto, fa sì che i loro clienti siano soprattutto giovani di famiglie agiate (Platone non potrà tollerare che essi facciano del sapere una materia vendibile e li definisce sprezzantemente “pescatori con la lenza” o “cacciatori di giovani ricchi”, scrivendo un dialogo – il Sofista – contro di loro: certo per Platone la vita era più facile, visto che era ricco di famiglia e non aveva bisogno di farsi pagare per insegnare).
La parola sofista deriva da sofisthV (sapiente, che prima indicava colui che aveva grandi conoscenze culturali o retoriche mentre in seguito Platone lo usa con senso dispregiativo perché i sofistici facevano pagare per insegnare ai cittadini delle poleis.
I sofisti vendevano il loro sapere non solo ad Atene, ma in tutta la Grecia; Gorgia ad esempio lavorò in Tessaglia.
Il loro ruolo cresce d’importanza ad Atene con l’epoca di Pericle, nella quale vi è una forte corsa alla politica, che i giovani possono attuare solamente con una buona base di retorica e dialettica, che ovviamente può essere data solo da i sofisti.
Questi filosofi ritengono che il giovane dopo un certo numero di lezioni possa già usufruire delle nuove conoscenze.
Platone disapprova questa teoria e definisce i sofisti “pescatori con la lenza” e quindi ingannatrici, “cacciatori dell’animale più domestico che ci sia” ovvero il giovane ricco e “venditori al minuto”, i quali non si rendono conto che il sapere e lo studio della filosofia non sono quantificabili, ma devono durare tutta la vita.
Platone afferma che Protagora è addirittura più ricco di Fidia.
Questo periodo è definito “illuminismo greco” inteso come anni in cui domina la ragione e la razionalità.
La filosofia dei sofisti porta però a un relativismo condannato senza appello da Palatone: esso consiste nel porre tutto in discussione, comprese le leggi delle poleis, che sono dunque fondate sul nulla.
Un altro aspetto che Platone non approva è il cosmopolitismo nel quale a suo parere si perde il senso della patria, fortemente presente in lui e in tutti i presocratici.
I sofisti si dividono in due categorie: i maggiori, Protagora e Gforgia (Platone dedica loro due dialoghi) e i minori (anche ad essi Platone dedica dialoghi nei quali li prende in giro, perché nell’ultimo periodo giungono ad un’arte eristica oppure, in età ellenistica, a discorsi assurdi)
Protagora
- Scrive Ragionamenti demolitori e Le Antilogie (spesso utilizzate come esercizio scolastico perché si doveva sostenere due opinioni opposti)
- L’uomo è la misura di tutte le cose, delle cose che sono in quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono
- Diverse interpretazioni del relativismo di Protagora:
- Platone: le cose appaiono diversamente a seconda degli individui e dei loro stati fisici e psichici
- gli individui giudicano la realtà tramite parametri comuni tipici della specie razionale della umanità
- ognuno valuta le cose secondo la mentalità del gruppo sociale cui appartiene
- Protagora si riferisce a tutti i tre significati precedenti e a seconda dei contesti si riferisse a uno piuttosto che ad un altro
- Relativismo applicato alle leggi: le leggi quando non sono più utili si devono cambiare, devono essere adatte al tempo storico e culturale che si vive
- Il sofista si presenta come un “propagandista dell’utile”, come un intellettuale che mediante l’arte della parola tenta di modificare le opinioni nel senso dell’utilità
- Agnosticismo: “Degli dei non sono in grado di sapere né se sono né se non sono né quali sono; molte infatti sono le difficoltà che si frappongono: la grande oscurità della cosa e la limitatezza della vita umana”
- Umanesimo:
- Fenomenismo:
- Antilogia: discorso doppio, arte di costruire su ogni discorso due discorsi contrastanti => si vede l’argomento su punti di vista diversi
- Protagora racconta questo mito: Zeus aveva dato agli animali qualcosa per difendersi a seconda della specie mentre gli uomini solo le tecnai ma essi litigavano sempre e così donò loro anche aidoV kai dikh, che permisero all’essere umano di civilizzarsi ed elevarsi alle altre specie.
- Protagora vuole che tutti abbiano la possibilità di governare, a differenza di Platone che vuole un governo di pochi
- Con Protagora si ha un cambiamento radicale del modo di fare filosofia: non si guarda più a realizzare teorie sull’origine della vita e sul suo svolgimento, ma a fornire modelli di comportamento nelle situazioni di tutti i giorni, in nome dell’utilità.
- Non esiste più il legame tra parola-pensiero-realtà, perché l’obiettivo del sofista è far apparire ciò che lui ritiene utile, anche se non corrisponde alla realtà, anche perché questa è relativa in base a chi la osserva. Platone è contrario a questo, ritenendo ancora che esista una verità che non si possa confutare.
Gorgia
- maestro di oratoria
- Scrive “Intorno al non essere” ed “Encomio di Elena”
- Intorno al non essere:
- nulla esiste:
- se del non essere si predica l’essere, dell’essere si predica il non essere
- se “l’essere è” o è ingenerato o eterno o ingenerato ed eterno, ma nessuna di queste è vero:
- se è eterno=> ingenerato => senza principio => illimitato => non è in nessun luogo
- se fosse in qualche luogo dovrebbe essere contenuto da qualcosa più grande dell’illimitato
- se è contenuto in sé stesso => essere diviso in contenente e contenuto => essere duplice => non esiste
- se è natoo è nato dall’essere o dal non essere:
- non può essere nato dall’essere, perché è già nato ed è
- non può essere nato dal non essere perché nulla può nascere dal non essere
- se è eterno ed è nato => contraddizione
- se è eterno=> ingenerato => senza principio => illimitato => non è in nessun luogo
- se “l’essere è” o è uno o molteplice:
- se è uno => deve essere quantità, continuità, grandezza o corpo => si possono dividere => pluralità => perde la sua essenza => non esiste
- se non è uno ovviamente non può essere molteplice
- se esiste non è conoscibile all’uomo:
- se le cose che non esistono le pensiamo => ciò che pensiamo non esiste => ciò che esiste non è pensato
- se anche è conoscibile è incomunicabile agli altri:
- L’unico modo per esprimere pensieri agli altri è la parola => la parola è diverso dall’oggetto (La parola è espressione delle azioni che le cose esercitano dall’impressione su di noi) => il linguaggio non è oggettivo, non corrisponde alle cose
- nulla esiste:
- Per Gorgia l’unica arma dell’uomo, estremamente potente, è la parola, che serve a persuadere, consigliare, incoraggiare gli altri
- Dice a Platone che lui non insegna né il bene né il male ma semplicemente la parola.
- Il mondo è composto da conversazioni stabilite dagli uomini che non corrispondono alla realtà.
- La filosofia di Gorgia si può definire quindi nichilista, in essa non c’è uno scopo se non quello di insegnare la parola.
- Con Gorgia si mette in discussione il significato di logos eracliteo: per lui la parola è infatti espressione della mente, la quale non corrisponde alla realtà => parola e realtà non corrispondono
- Degno di nota è l’Encomio di Elena, nel quale Gorgia difende Elena dagli ateniesi che la ritengono colpevole di aver causato la guerra di troia (al termine dell’opera è costretto a dire che stava scherzando per non essere condannato). I punti a sostegno di Elena sono:
- colpa degli dei e del caso che decisero che lei doveva essere rapita (Potrebbe forse opporsi a tali forze?)
- rapita a forza da Paride, il vero colpevole
- persuasa dalla parola => non ha alcuna colpa, perché la parola è un’arma potentissima da cui non ci si può difendere
- convinta dall’amore => non ha alcuna colpa perché lo ha voluto Cupido